Vivisezione: ecco cosa c’è da sapere e le alternative

La vivisezione è la dissezione su animali vivi e di sicuro è un metodo di studio che non riscuote di certo molte approvazioni, soprattutto da parte di vegani, vegetariani ed animalisti. Ma ci sono delle alternative ad essa? Cosa dice la legge italiana in merito?

Le norme sulla vivisezione

In Italia, a regolare le sperimentazioni con la vivisezione c’è la legge 116 del 1992, che vieta gli esperimenti senza anestesia a cani, gatti e primati non umani. Negli articoli che seguono si specifica per quali esperimenti ed animali possono essere usati per questo genere di esperimenti, e secondo le statistiche gli esperimenti di questo genere, in Italia, sono del 30 %, eseguiti nei laboratori.

Le specie più usate per questi esperimenti, negli ultimi anni, sono soprattutto topi, ratti, pesci ed uccelli, per via dei costi bassi. Non sono pochi nemmeno i cani.

L’Unione Europea, poi, ha preso una posizione in merito alla protezione degli animali usati in laboratorio con la legge 63 del 2010, in cui si definiscono le misure da usare per gli animali a fini scientifici ed educativi.

Le alternative

Questo tipo di esprimenti era già usato nell’Ottocento, e nella stessa epoca c’è chi già si opponeva a questa pratica. Una delle sue contestatrici più note fu Annie Besant, una delle prime seguaci di Madame Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, era vegetariana e formò una Lega contro questi esperimenti. Si impegnava anche nella causa femminista e per il controllo delle nascite.

Non fu certo l’unica: il Mahatma Gandhi lo definì uno dei crimini più neri commessi dall’uomo, il musicista Albert Schweitzer sosteneva che fosse “un abominevole peccato”, e lo scrittore Henrik Joghan Ibsen, autore di Casa di bambola, su di essa disse “è inammissibile che gli scienziati torturino gli animali; che facciano i loro esperimenti con i giornalisti e i politici”.

Non sono, però, solo i filosofi e gli attivisti a sostenere l’anti-vivisezionismo, ma anche degli scienziati, in quanto non è certo del tutto sicura: ogni specie può reagire in modo differente ai vari esprimenti, ed un farmaco che può essere benefico per un animale, non necessariamente lo è per l’uomo ed altre specie.

Oggi, in Italia, una delle associazioni che più contestano la vivisezione è la LAV, la Lega Anti Vivisezione, fondata nel 1977. E’ sempre quest’ultima a suggerire anche delle procedure alternative alla sperimentazione animale, tra cui i modelli informatici, le analisi chimiche, le indagini statistiche, i microchip al DNA, i microcircuiti con cellule umani ed organi bioartificiali. Molti di questi test potrebbero risultare anche più economici rispetto a quelli sugli animali, in quanto non richiedono gli standard accettabili di quelli senza.

Sono diversi oggi i tipi di test per cui non si ricorrono agli animali, come quelli per la gravidanza, per verificare le contaminazioni batteriche di alcuni farmaci, per verifiche igienico-sanitarie sui cibi, per i crash test di automobili e molti esercitazioni per scopo didattico. I tipi di test e i protocolli variano sempre a seconda del tipo di esperimento e del suo scopo: per esempio l’AIRC, impegnata nella ricerca sul cancro, ricerca dei metodi alternativi all’uso degli animali, come la ricostruzione di organi in laboratorio, partendo da cellule isolate, ed usando il computer.

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