Ciste di Baker: quali sono le cause e i sintomi di questa patologia? Come curarla?

Nonostante il suo nome, la ciste di Baker non è una ciste vera e propria, ma un rigonfiamento localizzato nelle borse sierose nel lato posteriore del ginocchio. Ma quali sono le cause di tale problema? E i sintomi? Come vi si può porre rimedio?

Le cause e i sintomi

Le cisti di Baker, ovvero dei depositi di liquido che si formano dietro il ginocchio, vennero descritte per la prima volta nel 1877, dal dottor William Baker, e se ne possono distinguere due tipologie, ovvero:

  • la ciste di Baker primaria, che può verificarsi nei soggetti molto giovani, tra i quattro e i sette anni, che può insorgere senza alcun motivo apparente;
  • la ciste di Baker secondaria, che si verifica in soggetti che hanno un’età compresa tra i trentacinque e i quarant’anni, e può essere una conseguenza di una patologia preesistente.

Tra le patologie che possono causare questa ciste, si possono citare l’osteoartrite, l’artrite reumatoide, psoriasica o settica, l’osteocondrosi dissecante, la gotta e lesioni ai legamenti o ai menischi.

Oltre che all’insorgenza di un nodulo nella parte posteriore del ginocchio, tra i vari sintomi di questo problema si possono includere anche gonfiori, dolori al ginocchio (che possono arrivare al polpaccio), dei rumori simili ad un “click” che si possono verificare quando di muove questo arto e la rigidezza articolare. Se trascurato, questo problema può portare ad ulteriori problemi come la rottura di questi cisti, con la fuoriuscita di liquido sinoviale, o emorragie (soprattutto se il soggetto soffre di malattie come l’emofilia), o le calcificazioni di queste ciste.

Diagnosi e cure

Per diagnosticare questo problema, se la ciste non è riconoscibile ad occhio nudo, è possibile ricorrere all’ecografia e ad una risonanza magnetica. La seconda, serve per verificare che il nodulo questine non sia realtà qualcos’altro, come una tumefazione tumorale. Sono diverse le patologie che si possono confondere con la ciste di Baker, come delle trombosi venose profonde o altre cisti.

Le terapie da adottare, invece, possono variare a seconda di cosa ha causato la ciste e lo stadio dell’infiammazione. Generalmente, per questo problema vengono effettuate iniezioni di corticosteroidi, in modo da ridurre le infiammazioni, e l’aspirazione del liquido sinoviale. Inoltre, l’arto andrebbe tenuto a riposo e sollevato, magari applicando anche del ghiaccio, da tenere nell’area interessata per un quarto d’ora o mezz’ora.

A questa terapia per la ciste, possono essere aggiunte altre cure specifiche, per attenuare i sintomi, come l’indossare delle calzature o fasciature compressive, che riducono il gonfiore ed evitano che le cisti si rompano, oppure assumere farmaci anti-infiammatori non steroidei, noti come FANS, per limitare anche i dolori. In certi casi, il paziente potrebbe usare delle stampelle, per ridurre il peso sull’arto, facilitando così la guarigione, oppure ricorrere alla fisioterapia, per rinforzare i muscoli ed evitare nuovamente l’insorgenza di queste cisti.

Se la ciste raggiunge grandi dimensioni e non è possibile curarle con i farmaci, può essere necessario rimuoverle chirurgicamente, tramite la recisione (che è l’intervento più invasivo) o l’artroscopia, che consiste sempre nel rimuovere solo il liquido sinoviale dalla ciste.

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