Inventore macchina a vapore: ecco chi era James Watt

La macchina a vapore è stata l’invenzione che ha dato il via alla Rivoluzione Industriale, e ad averla realizzata è stato l’ingegnere James Watt. Ma chi era? Quando ha messo a punto la macchina?

La vita di James Watt

James Watt nacque il 19 gennaio 1736 a Greenock, in Scozia, in una famiglia presbiteriana. Suo padre era un armatore, mentre sua madre veniva da una famiglia distinta. La sua formazione avvenne dapprima in casa, da parte della madre, ed in seguito alla scuole d’ingegneria della sua città.

A diciotto anni, perse la madre e anche le salute del padre peggiorarono, e dopo Watt andò a Londra, dove lavorò da apprendista presso un costruttore di strumenti ed utensili, e a Glasgow, ed in quest’ultima si stabilì per frequentare l’università. Grazie al supporto di tre professori, aprì un laboratorio di manifattura vicino all’ateneo, stringendo amicizia con vari esponenti della comunità scientifica scozzese, come Joseph Black. Nel 1764, notando le manchevolezze delle macchine di Newcomen, mise a punto un condensatore separato dal cilindro, che riduceva le perdite di vapore. Quattro anni dopo, aiutato da John Roebuck, chimico e medico inglese, costruì il suo modello di macchina a vapore.

Nel 1772, traslocò a Birmingham, dove tre anni dopo entrò in contatto con l’imprenditore britannico Matthew Boulton, per commercializzare la sua invenzione, ma ciò avvenne dopo molti anni. Nel 1782, tuttavia, brevetto una macchina a doppio effetto, il cui regolare aveva una forza centrifuga e ciò dava maggior controllo automatico alla macchina. Nel 1785 fu invitato a far parte della Royal Society di Londra, mentre quasi dieci anni dopo entrò nella Società Lunare di Birmingham, ma ritirò la sua partecipazione nel 1800. Lui morì il 25 agosto 1819 a Birminghan, dove le sue spoglie riposano nel cimitero parrocchiale di Santa Maria ad Handsworth. Secondo le fonti, era un uomo dal buon carattere, ma sempre in ansia per le sue situazioni economiche, che risultavano sempre precarie, ed anche le sue condizioni di salute non furono buone, in quanto soffriva di frequente di depressioni ed emicranie.

L’invenzione della macchina a vapore

Sebbene sia attribuita a Watt l’invenzione di questa macchina, già altri due scienziati avevano cercato di mettere a punto un modello simile ad essa: uno fu l’inglese Thomas Savery, che nel 1868 aveva ideato una macchina che estraeva acqua dalle miniere, ma poteva pomparare acqua solo sette o al massimo otto metri. L’altro scienziato fu l’inventore e fabbro inglese Thomas Newcomen, già citato, che aveva iniziato a sviluppare una macchina più potente ed efficace di quella di Savery, in quanto poteva rimuovere l’acqua fino a 45 metri di profondità.

All’epoca queste macchine non vennero usate molto, in quanto necessitavano di una grande quantità di carbone, ma grazie agli interventi di Watt il costo delle macchine venne abbassato e cominciò a rendere di più, soprattutto nel settore dei trasporti. Per farlo, Watt e Roebuck realizzarono un condensatore separato da quello del vapore, in modo la condensazione avvenisse in maniera costante e la camera del cilindro potesse essere liberata dal vapore, ma senza raffreddarlo e così lavorare continuamente. Il vapore transitava nel condensatore in cui la pressione era pressoché uguale a quella di tensione di vapore dell’acqua.

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