Navigare nella tempesta Covid con gli adeguati DPI

La situazione italiana post-lockdown sembra non essere così tranquilla come si potrebbe sperare dopo mesi di quarantena. Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha dichiarato che: stando ai risultati delle analisi di sieroprevalenza sul coronavirus, entrando in contatto con 20 persone al giorno c’è il 50% di probabilità di incontrare almeno un positivo al virus (quasi 4 a settimana).

Questo fa capire che non si può assolutamente abbassare la guardia, anzi, bisogna continuare a prestare la massima attenzione alle misure di sicurezza, in modo da difendere se stessi e gli altri.

Quali sono le migliori cose da fare in rete per essere sempre difesi da un possibile contagio?

  • Si possono acquistare gel e mascherine su Maskhaze o altri siti simili, che garantiscano l’efficacia e l’effettiva certificazione dei prodotti in vendita.
  • Si dovrebbero seguire le direttive e gli aggiornamenti del sito del ministero della salute che garantisce una fonte di informazione ufficiale, imparziale ed assolutamente seria ed autorevole.
  • Attenzione alle Fake News.

Acquistare Gel e Mascherine

Utilizzare antibatterici e igienizzanti di qualità, garantiti e certificati è fondamentale.

Non tutti gli igienizzanti hanno la stessa efficacia e non tutti gli shop online permettono un acquisto sicuro e certificato dei propri prodotti.

Mai quanto in questi momenti di crisi, e conseguente paura, si verificano casi di truffe riguardanti la circolazione di prodotti contraffatti o fittizi di cui c’è forte e tempestiva richiesta.

Nelle cronache di questi mesi, si è spesso letto di intere partite di mascherine e igienizzanti destinate al commercio on-line ed off-line sequestrate dalla guardia di finanza, perché composte da prodotti contraffatti e del tutto inefficaci contro il diffondersi del contagio.

Oggetti di vere e proprie truffe ai danni dell’intera popolazione e della salute pubblica.

Ma anche tra i prodotti legittimati alla vendita possono esserci delle sostanziali differenze.

È sempre bene ribadire.

Oltre all’effettiva capacità filtrante della mascherina, data dal filtro e dal materiale che ne caratterizzano la forza e l’efficacia contro le particelle virali trasportate dall’aria, altre componenti ne determinano la qualità.

Caratteristiche come il peso, la forma, l’elasticità o ancora la resistenza (al lavaggio ad esempio) sono altrettanto importanti e, se non adeguate, possono compromettere l’intero sistema di difesa che la mascherina rappresenta.

Le mascherine vanno lavate o cambiate periodicamente, alcune tipologie vanno gettate solo dopo poco ore di utilizzo.

Possono essere esse stesse vettori della carica virale ed è necessario fare estrema attenzione a dove si appoggiano o con quali superfici entrano in contatto.

Le principali tipologie di mascherine attualmente in commercio sono tre:

  • Mascherine chirurgiche
  • Mascherine DPI ( Dispositivi di protezione individuale)
  • Mascherine di stoffa multi-strato

La differenza dovrebbe essere ormai chiara a tutti.

– Le Mascherine chirurgiche sono quelle azzurre messe a disposizione ovunque, sono obbligatorie dalla fase 2.

Hanno lo scopo di evitare che particelle di saliva e altri fluidi si diffondano dalle vie respiratorie di chi le indossa nello spazio circostante e quindi ad altre persone nelle vicinanze.

Composte da tessuto non tessuto, NON proteggono chi le indossa dal contagio ma tutelano i luoghi al chiuso dalla contaminazione batteriologica.

Se tutti la indossano, gli agenti patogeni non possono circolare, rendendo sano e protetto l’ambiente circostante.

Vanno cambiate poche ore dopo l’utilizzo e gettate via.

Gettarle nei rifiuti indifferenziati è il corretto comportamento per la raccolta e il relativo smaltimento.

– Le Mascherine DPI (dispositivi di protezione individuale) sono vere e proprie mascherine filtranti, proteggono anche il portatore dagli agenti esterni attraverso un filtro che blocca virus, batteri e le altre particelle microscopiche presenti nell’aria.

Sono sicuramente le più efficaci ed infatti vengono utilizzate dal personale sanitario e dai parenti delle persone contagiate.

Si suddividono in tre modelli: FFP1, FFP2 e FFP3.

FF sta per “filtrante facciale”, P indica la “protezione dalla polvere”, i numeri determinano il livello di protezione (FFP1 filtra fino all’80% delle particelle pericolose, la FFP2 fino al 92% mentre il modello FFP3 arriva a percentuali di filtraggio vicine al 100%.)

La loro forma è perfettamente aderente al viso ma, come il peso, può variare in base alla fabbrica di produzione.

Sono consigliabili mascherine leggere e perfettamente combacianti con naso e mento, basterebbe un piccolo passaggio d’aria a verificarne l’efficacia.

– Le Mascherine in tessuto multi-strato sono quelle colorate e personalizzabili con colori e texture a piacimento.

Nonostante non si abbia la prova scientifica che questa tipologia di mascherine sia effettivamente sicura si tende a pensare che, se fatte da molti strati di stoffa, queste riescano a bloccare il passaggio delle particelle pericolose.

Lo hanno dichiarato anche esperti del settore.

Quello che deve essere chiaro è che più strati ci sono più aumentano le difficoltà respiratorie.

Possono essere efficaci ma non proprio performanti. Quello che è ovvio è che non avranno mai la stessa efficacia dei DPI. Sono però molto utilizzate perché esteticamente più carine e effettivamente molto comode e leggere.

Anche tra gli igienizzanti si potrebbe scrivere molto su differenze ed efficacia tra i prodotti in commercio.

Domande molto comuni sono:

  • Quale differenza c’è tra disinfettante e igienizzante
  • Come e quando usare gli igienizzanti per renderli efficaci
  • Come riconoscere prodotti sicuri da quelli contraffatti
  • Quali i rischi se se ne abusa.

Tutte queste domande possono trovare risposta in blog dedicati. É sempre bene informarsi grazie a fonti affidabili e mantenere un adeguato livello di attenzione perché come ha dichiarato durante un’intervista il ministro della Salute Roberto Speranza:

“Il nostro Paese è ormai fuori dalla tempesta, ma è ancora lontano dal raggiungere un porto sicuro”.

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