Sonda Galileo: cos’è, strumenti ed esperimenti scientifici

La sonda Galileo è stata lanciata dalla NASA nel 1989, per studiare Giove e i suoi satelliti, e non per niente il suo nome riprende il nome dell’astronomo fiorentino che per primo ha studiato i movimenti del pianeta e delle sue lune, che vi orbitano attorno. Quattordici anni più parti, nel 2003, la missione terminò.

La sonda e i suoi strumenti

La sonda Galileo raggiungeva i sette metri di altezza, pesava più di due chili e mezzo ed era controllata da un microprocessore, un Cosmac RCA 1802, fabbricato con lo zaffiro, uno dei materiali che resiste di più nelle operazioni spaziali. La sua energia veniva fornita da generatori radioisotipi e termoelettrici, visto che era troppo lontano dal sole e non poteva essere alimentato con dei pannelli fotovoltaici.

La sua strumentazione comprendeva:

  • un magnometro, che minimizzava le interferenze della sonda, montato su un braccio lungo undici metri;

  • un rilevatore di particelle cariche ad alta energia,

  • un rilevatore di particelle cariche a bassa energia, per generare onde di plasma;

  • un rilevatore di polvere cosmica;

  • un rilevatore per raggi ultravioletti, abbinati ad uno spettrometro UV;

  • un contatore di ioni pesanti;

  • un sistema di camere,

  • uno spettrometro a infrarossi, che permetteva di riprendere da vicino delle immagini multispettrali, durante l’analisi chimica dell’atmosfera e della superficie dei satelliti;

  • un spettrometro ultravioletto, per analizzare i gas;

  • un foto polarimetro radiometro, che misurava l’energia.

Gli esperimenti della sonda

La sonda Galileo giunse su Giove nel 1995, dopo otto anni dal suo lancio e trentacinque orbite, e da allora vennero effettuati diversi esperimenti.

Grazie agli strumenti sopracitati, si riuscì a capire che nell’atmosfera del pianeta vi erano nubi di ammoniaca. Si riuscì a capire anche che il sistema di anelli di Giove si era formato dalla polvere alzata da uno scontro di un satellite interno con un meteorite. Inoltre, è stata identificata la dinamica e la struttura della sua magnetosfera.

Interessanti furono anche i dati sui satelliti, soprattutto su Io, di cui venne confermata l’attività vulcanica, di cento volte superiore a quella della Terra, perché più estesa. Sembra che le sue eruzioni siano molto simile a quelli del nostro pianeta ai primordi. Complesse anche le interazioni di plasma nella sua atmosfera, capaci di generare correnti di elettricità.

Dei sottili strati di atmosfera sono stati registrati anche su Callisto, Ganimede ed Europa. Nel secondo satellite citato, è stato segnalato un campo magnetico, mentre sembra che su Europa ci siano degli oceani liquidi ghiacciati, in superficie.

Prima che arrivasse su Giove, nel 1992, con la sonda si effettuò un esperimento ottico, il GOPEX (Galileo Optical Experiment), per verificare se era possibile effettuare delle comunicazione ottiche con degli impulsi di luce, prodotti da dei laser presenti sulla Terra. L’esperimento si rivelò un successo.

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