Criogenesi umana: funziona davvero? Significato e costo

La criogenesi umana è una tecnica di ibernazione, che si basa sul conservare un corpo umano dopo un decesso, abbassandone la temperatura. L’obbiettivo sarebbe di rianimarlo in futuro, ma è una tecnica che suscita parecchie controversie, nel mondo scientifico (e non solo).

In quanti e come si sono ibernati?

Dopo il decesso legale di un corpo, si può effettuare la tecnica criogenetica portando a -96° C la temperatura della testa del paziente. Dopo un quarto d’ora, il sangue viene drenato e sostituito con delle sostanze chiamate crioproiettori, che possono resistere alle alte temperature.

Si procede, in maniera graduale, ad abbassare ancora di più la temperatura corporea, fino a -196° C, per poi posizionare a testa in giù il corpo, in un silo fatto di alluminio, colmo di azoto liquido, per garantirne la conservazione per un lungo periodo di tempo.

Ci sono tre società che effettuano questa tecnica: la Alcon, la Cryonics e la KrioRus. Le prime due sono statunitensi, mentre la terza è russa. I corpi crioconservati, nel 2016, risultavano circa 377. Sembra che siano altre duemila, le persone ad aver stipulato un contratto con queste società, di cui otto sono italiani (per quanto riguarda la Cryonics).

Il primo ad essersi sottoposto all’ibernazione, è stato il professore americano James Bedford, congelato nel 1967, e che si trova ancora nella medesima condizione.

Le opinioni e i costi

Questa procedura non è certo alla portata di tutti: i costi possono variare dagli 86,000 ai 200,000 dollari. Se ci iberna solo il cervello (in questo caso si parla di neuroconservazione), le tariffe sono inferiori. La società Alcon, ad esempio, chiede per la criogenesi del cervello 80,000 dollari.

Per quanto riguarda le opinioni su questa tecnica, sono varie e controverse. Giovanni Ranzo, uno degli italiani che ha stipulato un contratto con la Cryonics, insieme alla moglie, ha dichiarato di vedere nell’ibernazione una scommessa per il futuro, in quanto potrebbe essere l’alternativa all’estinzione. Altri, invece, come un uomo inglese che ha chiesto all’Alta Corte di sottoporre a questo trattamento la figlia quattordicenne, morta per un tumore, vogliono dare una nuova possibilità ai propri cari di “guarire”.

Anche se si può congelare il proprio corpo, non c’è un modo sicuro per “scongelarlo”. A differenza di quanto si vede nei film di fantascienza o nei cartoni animati, i genetisti fanno presenti che ci sono degli enormi problemi che non potranno essere risolti anche fra decenni. Dal punto di vista etico, il caso dell’ibernazione umana è di sicuro uno dei più complicati.

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