Chi è lo scultore bolognese più famoso del Quattrocento?

Nel Rinascimento emiliano, ci sono stati diversi scultori che si sono fatti notare, a Bologna, nel corso del Quattrocento, ma tra questi c’è un nome che spicca tra gli altri: Niccolo dell’Arca.

Niccolò dell’Arca

Si presuppone che Niccolò dell’Arca sia nato nel 1435, forse a Bari, e si stabilì in seguito a Bologna, dove morì nel 1494. Non si hanno molte informazioni sulla infanzia, e lo stesso vale per la sua formazione come artista. Si ipotizza che potrebbe aver visitato Napoli e vi sono dei documenti, risalenti al 1462, che lo collocano in una bottega nei pressi di San Petronio, quando si era già stabilito a Bologna da un paio di anni, come maestro di figure in terracotta.

Il suo più importante lavoro, è stato di sicuro il Compianto sul Cristo morto, che comprendeva (e comprende) sette figure, a grandezza naturale, realizzate in terracotta, che riproduce il pianto sul corpo di Gesù. L’opera è stata realizzata, all’incirca, tra il 1463 al 1490, e colpisce per la drammaticità che si può riscontrare nei volti di alcune delle sue figure. Queste sculture si possono ammirare tutt’ora nella chiesa di Santa Maria di Vita.

Un’altra sua celebre opera, è l’Arca di San Domenico, in cui sono contenute le spoglie mortali di San Domenico di Guzman, nella basilica ad esso dedicata. Dell’Arca vi lavorò probabilmente tra il 1469 e il 1473, continuando i lavori già iniziati da Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio ed altri della loro bottega. Di questa arca realizzò le statue di santi, di evangelisti, di angeli, del Cristo Morto ed infine da Dio. Probabilmente, per realizzare quest’arca prese ispirazione dal lavoro di artisti toscani.

Michelangelo a Bologna

Niccolò dell’Arca merita di sicuro il titolo di scultore bolognese più famoso del Quattrocento, ma la città ospitò anche un altro celebre artista, tra il 1494 e il 1495: Michelangelo Buonarroti.

In quel periodo, l’arista (all’epoca appena ventenne) godeva della protezione e dell’ospitalità del nobile Francesco Aldrovandi, che era vicino ai nobili che in pratica domavano la città, i Bentivoglio. Proprio durante questo soggiorno, Michelangelo lavorò all’Arca di San Domenico, che non era stata completata da Niccolò dell’Arca, deceduto pochi mesi prima. Vi terminò il San Petronio iniziato da dell’Arca e vi fece anche un angelo e San Procolo.

Nel soggiorno bolognese ebbe modo di studiare gli stili degli artisti della città, diverso da quello dei fiorenti, e con le sue prime sculture dell’arca cominciò lui stesso a sviluppare un suo stile che lo avrebbe portato a migliorare le forme, nelle opere successive, come il suo Davide. Sicuramente ebbe modo di migliorare studiando opere come il Compianto sul Cristo Morto, di Niccolò dell’Arca.

I suoi interessi, non si limitarono solo alla scultura: infatti rimase colpito anche dalla pittura ferrarese, come quella di Ercole de’ Roberti, come il Polittico Griffoni o la Pietà, o dalle opere di Francesco Cossa.

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