Scultore toscano del 200: scopriamo chi è il più noto

La Toscana, in particolare Firenze, vanta di essere la terra natale di molti artisti, tra letterati, pittori e scultori. Di questi ultimi, il più noto, nel Duecento, è sicuramente Arnolfo di Cambio, che oltre ad essere uno scultore, era anche architetto ed urbanista. Per saperne di più su di lui, si può continuare a leggere questa pagina.

La sua biografia

Arnolfo di Cambio, o Arnolfo di Lapo, nacque a Colle di Val d’Elsa (Siena) nel 1235. Non si sa molto sulla sua famiglia, ma sembra che suo padre fosse un notaio. Si formò nella bottega di Nicola Pisano, che aiutò nella lavorazione dell’Arca di san Domenico, per il pulpito del Duomo di Siena.

Nel 1270, cominciò a lavorare autonomamente e si trasferì a Roma, al seguito della corte di Carlo d’Angiò. Fu proprio a Roma, che realizzò molte delle sue opere più famose, dal Ritratto di Carlo I d’Angiò (1276), o meglio la sua statua, ora esposta nei Musei Capitolini, alla statua bronzea di San Pietro (1300 circa), collocata oggi nella basilica di San Pietro, in Vaticano.

A Firenze, invece, nel 1296, partecipò ai lavori del Duomo, dedicandosi soprattutto ad immagini decorative della Vergine. La sua statua della Madonna, a differenza delle altre contemporanee, realizzate in stile gotico, ricorda di più le matrone romane, per il suo vestiario. Oltre al Duomo, partecipò ai lavori di altre chiese, e come urbanista partecipò a progetti per la costruzione di altri comuni, nella provincia fiorentina.

La data della sua morte non è sicura, ma Karl Frey la fissò al 1302, ma ancora oggi rimane incerta, collocabile sempre tra il 1302 e il 1310, a Firenze.

Le opere più importanti

Arnolfo di Cambio fu un artista molto prolifico, sia in Toscana che nel Lazio. Sembra anche che abbia realizzato dei ponti anche nella sua città natale, ora scomparsi. Delle altre sue opere, ora scomparsa, si può citare la Fontana pedi platee, realizzata tra il 1278 ed il 1281, a Perugia, di cui si è a conoscenza per via di alcuni documenti. In seguito a dei guasti, venne smantellata nel 1308, e le sue figure furono ricollocate in posti diversi, ed oggi si trovano nella Galleria Nazionale dell’Umbria.

Suo è anche il presepe nella chiesa di Santa Maria Maggiore, realizzato nel 1291, che rappresenta i Re Magi che adorano Gesù Bambino, come San Giuseppe, mentre la Vergine lo tiene tra le braccia, e in un angolo l’asino con il bue. Sembra che di queste statue, l’artista rifinì soprattutto le parti più in vista, facili da vedere all’occhio dallo spettatore.

Non si può non soffermarsi sulla sua statua bronzea di San Pietro, di cui si è accennato in precedenza. Essa raffigura il santo seduto, mentre benedice con una mano e tiene delle chiavi nell’altra. Durante la festa dei Santi Pietro e Paolo, si usa rivestire questa statua con paramenti papali, e la tradizione vuole che sia un atto di devozione toccare il suo piede destro, oggi rovinato.

Di questa statua in particolare, nel corso dei secoli, sono state realizzate altre copie, di cui una nell’ambulacro della cattedrale di Notre-Dame di Parigi ed un’altra nella Concattredale di Gerusalemme.

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