Dieta militare: ecco come funziona e l’allenamento che si abbina ad essa

L’allenamento militare si pratica ormai da diversi anni anche nelle palestre e ad esso vi si può abbinare anche una dieta militare. Ma in che cosa consiste? Come funziona l’allenamento?

L’allenamento militare

Quello militare, noto come boot camp, è un allenamento funzionale, che porta a compiere i gesti quotidiani con più energia, e prevede anche dei percorsi da fare. Questa disciplina è nata nel 1991, in Australia, e prevede di allenarsi in stile militare.

Tra gli esercizi più frequenti si possono citare il crunch a terra, i piegamenti sulle braccia, gli affondi, gli squat (anche con pesi), la corsa, le trazioni alla sbarra e i burpees. Un allenamento come questo permette di diventare più forti e tonici, ma per iniziare è bene aver già praticato dell’attività fisica, e chi ha problemi cardiovascolari dovrebbe evitarlo.

Una sessione di allenamento, che può durare anche più di un’ora, comprende il riscaldamento, che consiste generalmente in una corsa di dieci minuti a media intensità, l’allenamento vero e proprio di quaranta o cinquanta minuti, con circuiti anaerobici, aerobici, prove di resistenza, sessioni di combattimento, ed altri. Si finisce con cinque o dieci minuti di corsa blanda, per defaticamento, e altri dieci minuti di stretching, yoga, pilates, etc.

I benefici del boot camp non comprendono solo sviluppare una maggiore forza e resistenza, ma anche un miglioramento dell’equilibrio (sia dinamico che statico), il dimagrimento e una riduzione della massa magra, una riduzione dello stress e dell’ansia e una maggiore autostima.

La dieta

A questo allenamento, per favorire anche il dimagrimento, si può abbinare una dieta militare. Per chi vuole dimagrire, ce ne è una di tre giorni, che può far perdere due chili in una settimana.

Essa comprende due fasi, di cui la prima è di tre giorno, e richiede una dieta rigorosa che comprende l’assunzione di circa 1100 e 1400 calorie al giorno, e nei successivi quattro giorni si è liberi di mangiare ciò che si vuole, purché non si superino le 1500 calorie giornaliere. Limitando il numero di calorie (e di carboidrati), i liquidi corporei si riducono e così l’organismo deve ricorrere alle riserve di glicogeno.

Una dieta come questa, uno dei primi tre giorni, può comprende un Menu del genere: a colazione una fette di pane tostato, due cucchiai di burro di arachidi ed una tazza di caffè o te verde non zuccherati, a pranzo un’altra fetta di pane tostano, una scatoletta di tonno (o tofu o pollo magro nella stessa quantità) ed una tazza di caffè o tè verde, sempre senza zucchero, e a cena di 85 grammi di carne magra, una tazza di arachidi bollite, una banana non troppo matura, una mela piccola ed una tazza di gelato alla vaniglia. E’ importante bere solo acqua, ed è possibile integrare varie tipologie di frutta e verdura, inclusi legumi e cereali.

E’ ovvio che una dieta del genere, tuttavia, non si può seguire a lungo termine ed è bene rivolgersi sempre al proprio medico prima di seguirla, e per eventuali modifiche ed il mantenimento.

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