Poesie sul mare: quali sono le più note? Chi le ha scritte?

Il mare da sempre ha affascinato e spaventato gli uomini, e non poteva non essere soggetto di poesie e quadri. Per saperne quali sono i versi più belli, si può continuare a leggere questa pagina.

Le poesie

L’elenco delle poesie ed odi sul mare sarebbe lungo, ma una di esse da citare è sicuramente Mare di Giovanni Pascoli, con una descrizione naturalistica dello scenario marino, che recita così: “M’affaccio alla finestra, e vedo il mare/ vanno le stelle, tremolano l’onde/ Vedo stelle passare, onde passare/ un guizzo chiama, un palpito risponde/ Ecco sospira l’acqua, alita il vento/ sul mare è apparso un bel ponte d’argento/ Ponte gettato sui laghi sereni/ per chi dunque sei fatto e dove meni?”

Un altro autore italiano che ha scritto una poesia sul mare è Edmondo de Amicis, autore di Cuore, la cui poesia Al Mare, che suona proprio come un saluto a quest’ultimo. Questi sono i suoi primi versi: “Salve, o gran mar! Come un eterno aprile/ Al canto sempre il riso tuo m’invita/ E mi fa ne la carne invigorita/ L’onda bollir del sangue giovanile/ Salve, adorato mar! Sgomento al vile/ Tripudio al valoroso, all’egro vita/ Mistero immenso, gioventù infinita/ Bellezza formidabile e gentile!”

Tra le poesie straniere, è doveroso citare La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge, in cui il suddetto marinaio ne intrattiene degli altri, durante un banchetto nuziale, con un racconto in cui il mare si presenta nella sua forma più terribile e vendicativa.

Suggestivi sono anche questi versi di Emily Dickinson, sul mare: “Come se il mare separandosi/ svelasse un altro mare/ questo un altro, ed i tre/ solo il presagio fossero/ d’un infinito di mari/ non visitati da rive/ il mare stesso al mare fosse riva/ questo è l’eternità”.

Il mare nell’arte

Se molte e suggestive sono le poesie sul mare, di sicuro non lo sono di meno i quadri dipinti dai più noti autori. Come non citare, ad esempio, La nascita di Venere, di Sandro Botticelli, in cui l’autore riporta il mito della dea nata dal mare, dopo che vi cadde del sangue di Urano, il dio del cielo.

Più drammatica, invece, è la tela La zattera della Medusa, di Théodore Géricault, dipinto nel 1819, che “racconta” di un drammatico naufragio e mostra la forza distruttrice del mare, a differenza della tela del Botticelli che si concentra sulla sua forza generatrice. Sembra che l’autore, in questo caso, si sia fatto influenzare nello stile anche dal Giudizio Universale di Michelangelo.

Non si può non citare anche La grande onda di Kanagawa, dell’artista Hokusai, realizzata nel 1830, in cui a predominare la scena sono le grandi onde bianche e blu.

Tra gli scenari forse più “calmi”, si possono citare Impressione, levar del sole di Claude Monat, dipinto nel 1872, oppure Ragazza alla finestra di Salvador Dalì, che dipinse nel 1925, e la giovane che ammira il mare dalla suddetta finestra sembra che fosse la sorella dell’autore, Ana Maria. In entrambi queste opere, il mare è rappresentato in una delle sue forme più “tranquille”.

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