Roccia scistosa: che cos’è? Quali sono quelle più note?

Con il termine scistosità si intende la proprietà di alcune rocce, la cui struttura è dovuta a un processo di metamorfosi durato secoli, influenzato anche dalla pressione e della temperatura presenti nell’aria. Per sapere quali sono i tipi di rocce scistose più note, si può continuare a leggere la pagina.

L’ardesia

L’ardesia rientra nella categoria di queste rocce scistose, ed è composta da minerali come il quarzo o la muscovite, unite alla clorite o alla pirite. Questo tipo di roccia è particolarmente resistente ai fattori atmosferici e si può dividere in lastre, anche molto sottili.

I suoi impieghi risalgono anche all’epoca romana, ed anche in seguito, nel Medioevo e nel Rinascimento, veniva usata per copertura di tetti, ed ancora oggi si usa nel campo architettonico, per restauri di edifici o rifiniture di interni.

I giacimenti di questa pietra si trovano soprattutto nell’Italia del Nord, in particolare in Liguria, nelle zone costiere di Chiavari e Lavagna. A documentarne la presenza in questa regione, è stato lo storico e abate Goffredo Casalis, vissuto tra la fine del Settecento e prima metà dell’Ottocento. Nel suo Dizionario storico, geografico, statistico, commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna (1840), egli riporta la presenza di quarantotto cave, nei territori di Lavagna e Cogorno.

Il quarzo

Sicuramente è il quarzo una delle pietre più note, nonché uno dei minerali più comuni della crosta terrestre, in ogni angolo della Terra. In Italia, uno dei tipi di quarzo più diffusi è quello ialino, che dall’aspetto si presenta trasparente, oppure il rutilo, che può essere rosso, nero, giallo o bruno, presenti soprattutto in Alto Adige, a Sondrio e a Vercelli.

C’è, poi, il quarzo rosa, che prende il nome dal suo colore, che a differenza di quanto si crede non è molto comune, ed è presente principalmente in Madagascar, negli Stati Uniti e in Brasile. Esso è un ossido di silicio con tracce di titanio e manganese, in un sistema di prismi esagonali. Nell’antichità, il tipo di quarzo più diffuso era l’ametista, che si diceva fosse legata al mito di Baccio, il dio del vino, e nell’antica Roma era un simbolo di potere. In Cina, invece, sembrava che le famose sfere di cristallo usate dai maghi fossero proprio di quarzo.

Oggi, questa pietra viene usata in vari campi, oltre che in gioielleria. Ad esempio negli orologi, nelle radio e in vari strumenti digitali, per i rivestimenti e i pavimenti, per strumenti ottici e bulbi delle lampade alogene.

Il gneiss

Questo tipo di roccia scistosa, invece, fa proprio parte della crosta continentale, ed è formata da diversi tipi di strutture, a seconda dei materiali che la compongono, e a seconda dei livelli le sue sfumature si possono presentare più chiare o più scure. Essa è diffusa in India, Giappone, Stati Uniti, vari paesi d’Europa ed in Italia (soprattutto al nord ed in Sardegna).

Essendo dure e resistenti, i gneiss vengono usati ampiamente negli elementi strutturali dell’edilizia e nelle pavimentazioni della strada, nonché per rivestimenti, coperture, pavimentazioni, balconi e pietre da arredamento.

Leggi anche:

Condividi su: