Cosa si studia ad ingegneria gestionale? Materie, esami più difficili, esperienze di tirocinio

Il piano di studi in ingegneria gestionale è pensato per garantire agli studenti un’ampia preparazione con esami mirati. Difatti prevede materie ad indirizzo scientifico e basi di conoscenza del diritto e dell’organizzazione aziendale. La ragione deriva dal fatto per cui un ingegnere gestionale è una figura poliedrica, chiamata a risolvere problematiche inerenti tecnologia, organizzazione e processi all’interno di molteplici realtà, dall’ente pubblico alla più futuristica azienda produttiva. Pertanto il piano di studi di ingegneria gestionale risulta essere molto variegato e costituito da una solida base scientifica che, giustamente, consiste nella parte di programma più impegnativa e consistente.

Cosa prevede il piano di studi in ingegneria gestionale?

Il piano di studi in ingegneria gestionale si pone come obiettivo primario quello di offrire ai laureati la più ampia conoscenza scientifica delle materie spiccatamente ingegneristiche, come analisi matematica, chimica e fisica.

A queste competenze si sommano quelle dei percorsi formativi specifici con insegnamenti che spaziano dalla lingua inglese all’informatica, passando per ambiti innovativi inerenti digitalizzazione della società, sostenibilità e diritto delle imprese. Un percorso del genere, quindi, aiuta gli studenti ad inserirsi nel mercato del lavoro molto rapidamente, soprattutto presso il ramo industriale e produttivo.

Una laurea altamente spendibile sul mercato del lavoro

Negli ultimi anni il corso di studi in ingegneria gestionale ha sperimentato una grande popolarità, soprattutto presso le università telematiche accreditate dal MIUR. Il conseguimento di una laurea in ingegneria gestionale, infatti, permette di ottenere una base formativa ampia e versatile che, proprio per questo, risulta facilmente spendibile sul mercato del lavoro.

Per questo chi intende iscriversi ad un corso di laurea in ingegneria gestionale dovrà necessariamente avere anche dimestichezza con materie scientifiche complesse come analisi matematica e fisica.

Inoltre dovrà possedere una buona predisposizione al disegno tecnico industriale e alle nozioni che provengono dal complesso mondo della chimica. Per chi ha già studiato rudimenti di tali materie presso la scuola dell’obbligo il passaggio ai testi universitari risulterà certamente meno problematico.

Coloro che, invece, provengono da studi umanistici, potranno aderire a corsi di livello zero per mettersi al pari e frequentare proficuamente gli insegnamenti previsti dal piano di studi.

Le esperienze extra-curriculari e l’entrata nel mondo del lavoro

Dal punto di vista extra-curriculare, invece, il piano di studi in ingegneria gestionale prevede anche esperienze di tirocinio mirate. Queste servono a capire le ambizioni dello studente e dove vorrà collocarsi nell’arco della sua carriera.

I tirocini universitari in ingegneria gestionale, quindi, offrono la possibilità di capire, in modo piuttosto pratico, qual è il compito di un ingegnere gestionale, sia nel ramo pubblico che privato. Queste esperienze, unite alla formazione altamente scientifica, permettono ai laureati di collocarsi, con ottime probabilità, in posizioni lavorative coerenti con gli studi.

In ogni caso il corso di laurea in ingegneria gestionale può essere ulteriormente valorizzato accedendo a master e scuole di alta formazione, utili a prendere indirizzi ancora più specifici, soprattutto se lo studente ha una spiccata passione per taluni ambiti sul mercato.

L’esperienza maturata e la profonda conoscenza del settore costituiranno il plus aggiuntivo che conferirà vigore al curriculum e che, quindi, lo renderà certamente intrigante agli occhi dei recruiters che si occupano di selezione del personale.

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