Il ratto delle Sabine: ecco come è stato rappresentato nel corso dei secoli

Il ratto delle Sabine è una delle vicende più antiche della storia di Roma antica, tra leggenda e storia, e naturalmente, nel corso dei secoli, è stato rappresentato nei dipinti, nelle sculture e successivamente nei film. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

Il ratto

Secondo la leggenda, dopo la fondazione di Roma, Romolo la fortificò e cercò di stringere alleanze con le città, e con esse anche delle donne per la nuova città, ma nessuno rispose al suo appello, così istituì dei giochi, detti Consualia, in onore del dio Conso. Il giorno stabilito, furono rapite molte donne, anche se il numero non è chiaro.

Romolo non permise che alle donne fosse fatta violenza e decise di conferire loro le donne. Quando i popoli richiesero indietro le donne, Romolo rifiutò, e le altre popolazioni furono costrette a cedere, tranne i Sabini, che riuscirono anche a conquistare il Campidoglio. La leggende dice che le donne Sabine rapite si misero in mezzo alla battaglia per fermare gli scontri, e i due schieramenti si fermarono, cercando poi di firmare una pace.

Non si sa di preciso cosa ci sia di vero nel ratto delle Sabine, ma non è impossibile che i romani abbiano rapite delle donne, come facevano in passato molti altri popoli (basta pensare alle vicende di Troia). C’è da dire che nel rito del matrimonio romano, si sa che ad un certo punto il marito portava via la sposa di forza, proprio a rammentare questo rapimento.

Le opere

Il ratto delle Sabine, nel corso dei secoli, è stato oggetto di diversi quadri ed anche statue. Tra i dipinti da citare vi è quello di Pietro Cortona, realizzato tra il 1627 ed il 1629, oggi conservato a Roma nella Pinacoteca Capitolina. La scena riportata da Cortona in quest’opera è drammatiuca e concitata, e presenta elementi come templi ed obelischi.

Un altro quadro del Seicento che rappresenta il celebre rapimento è quello dipinto da Nicolas Poussin, oggi situato al Louvre di Parigi, e dipinto pochi anni dopo quello di Cortona. Anche in questa la scena è drammatica e concitata, e tra le figure umane sono presenti anche dei bambini piccoli.

Ne Le Sabine, dipinto da Jacques-Louis David nel 1794, e conservato sempre a Louvre, il pittore ha riproposto lo stesso stile del suo noto Il giuramento degli Orazi, non rappresenta l’atto del rapimento, ma quando le Sabine si sono messe tra i due schieramenti per porre fine alla guerra, ed in mezzo ci sono sempre dei bambini piccoli.

Una statua che rappresenta sempre il ratto, è quello di Giambologna, realizzata tra il 1574 ed il 1580, in marmo, è alta 4,10 metri. Si possono notare delle somiglianze tra quest’opera e il Ratto di Proserpina, dipinto quasi un secolo dopo. Oggi la statua è ubicata nella loggia dei Lanzi, a Firenze.

Un’opera più recente è sicuramente Il ratto delle Sabine dipinto da Primo Conti nel 1925. In quest’opera, che fa parte della raccolta della Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata, le espressione delle Sabine sono più ambigue, tra la paura e la sensualità, e le figure sono quasi del tutto nude, e a prima vesta non si potrebbe datare la scena all’antica Roma.

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