Amleto ne regge il teschio: cosa si sa del personaggio di Yorick?

L’Amleto è sicuramente una delle opere più famose del Bardo immortale William Shakespeare, scritta tra il 1600 e il 1602 circa. Famoso è anche il gesto del protagonista, da cui la tragedia prende il nome, che regge il teschio di Yorick durante il suo monologo “essere o non essere”. Ma chi era Yorick? Come si interpreta la scena del suo teschio?

La trama dell’opera

La storia narrata nell’opera shakespeariana è ambientata nel Cinquecento, e riporta le vicende di Amleto, principe di Danimarca, che scopre che suo padre è morto perché il fratello di lui, Claudio, lo ha avvelenato per diventare re sposando la regina Gertrude. Amleto, dopo aver visto lo spettro del padre, escogita un modo per far confessare il delitto al re, riportando sul palcoscenico la morte del genitore.

A quel punto, Amleto cerca un modo per vendicare il padre e ciò lo allontana anche dalla sua amata, Ofelia. Purtroppo, il giovane uccide il padre di quest’ultima, Polonio, avendolo scambiato per errore con Claudio ed è costretto a lasciare il suo paese per l’Inghilterra. Qualche tempo dopo, tuttavia, Amleto ritorna e scopre che Ofelia si è uccisa, dopo essere diventata pazza, e Laerte, fratello di Ofelia e figlio di Polonio, furente con il principe lo sfida a duello.

Durante il duello, Claudio offre ad Amleto una coppa avvelenata, che il giovane rifiuta, ma a berla è poi la regina sua madre, che è la prima a morire, seguita dai duellanti che si feriscono a vicenda con spade avvelenate, ma Amleto riesce a trafiggere il re con la sua spada, rivelando ai presenti i suoi crimini e nomina il valoroso Fortebraccio, ritornato dalla Polonia, come futuro re.

Il personaggio di Yorick

Yorick, buffone del re, è un personaggio che non compare mai nella tragedia. E’ solo Amleto che lo cita nel quinto atto, quando si reca al cimitero e trova il suo cranio e ne parla così: “(…) Oimè, povero Yorik! Lo conobbi, Orazio; un uomo di inesausta vena per le facezie, una famosa fantasia; mi ha portato in braccio le mille volte: ed ora mi fa orrore! e mi si chiude la gola. Qui stavano quelle labbra che ho baciate chi sa quante volte. Dove sono adesso le tue beffe? I tuoi versacci? Le tue canzoni? Le tue follie che provocavano tante risa dai convitati? Neppur più un ghigno per isbertare questo tuo ceffo? Scarno, interamente scarno? (…)

E questo soliloquio sfocia nel dilemma di Amleto che si chiede “essere o non essere“. Una scena del genere è sempre stato al centro di varie interpretazioni da parte degli studiosi. Questo interrogativo esistenziale si pone il cruccio se vivere soffrendo, ossia essere, o ribellarsi rischiando la morte, ovvero non essere, che impedisce al protagonista di agire, o soccombere all’idea di suicidarsi (secondo alcune interpretazioni).

Nella cultura di massa, si possono trovare dei personaggi che riportato il nome di Yorick. Nel videogioco di League of legends, il personaggio Yorick è l’ultimo sopravvissuto di un ordine religioso che ha potere sui morti, e nel film d’animazione La spada magica – Alla ricerca di Camelot, uscito nel 1998, Yorick è lo zio dei draghi siamesi Devon e Cornelius, che si imbattono nel suo scheletro dopo che è stato divorato da un troll, e Cornelius (il più “erudito), fa un’imitazione del gesto di Amleto.

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