Eccesso di potassio: quali sono le cause e i sintomi? Come rimediare

Il potassio è uno dei minerali principali presenti nelle cellule umane, ed è importante perché supporta la contrazione muscolare e regola l’equilibrio dei fluidi e dei minerali sia fuori che dentro le cellule. Ma se in quantità eccessive, può fare anche male all’organismo, e bisogna porvi rimedio. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

I sintomi e le cause

A causare un eccesso di potassio nell’organismo (chiamato anche iperpotassemia o iperkaliemia) è, di solito, un malfunzionamento dei reni, che non riescono a smaltire il potassio in eccedenza e questo si accumula, provocando così dei danni alla salute. Tra le altre cause di questo problema, ci sono anche l’iperglicemia, il diabete mellito, malattie come il morbo di Addison o una particolare forma di Lupus, la disidratazione, infezioni o un enorme sforzo fisico.

I livelli alti di potassio possono provocare sintomi come stanchezza, difficoltà nel respirare, debolezza e crampi ai muscoli, tachicardia, intorpidimenti, pruriti, sensazione di pesantezza alle gambe, dolori all’addome accompagni da nausea, vomito e diarrea.

I rimedi e la dieta

Per diagnosticare tale problema occorre un esame del sangue, ed una volta accertata la presenza alta del potassio nell’organismo, il medico può prescrivere il rimedio adatto, una volta individuata anche la causa.

E’ ovvio che se tale problema è causata da una malattia, occorre seguire una terapia per quest’ultima. Se sono i reni, la causa, il dottore prescriverà un rimedio in base alla gravità del problema. Se si stanno assumendo integratori o farmaci che contengono potassio, è doveroso cambiarli o assumerne in quantità diverse, sempre seguendo le indicazioni del proprio medico. In alcuni casi è anche possibile smaltire in potassio tramite dei diuretici. Nei casi più gravi, può essere necessario sottoporsi a una terapia per endovena a base di glucosio o insulina e calcio.

Qualunque sia la causa, oltre a una cura, il medico prescrive anche una dieta da seguire. Tra gli alimenti che contengono poco potassio, da poter consumare, ci sono alcuni tipi di frutta, come uva, castagne, frutta secca, noci di cocco o kiwi, dei succhi di frutta, spinaci, carciofi, patate, crusca ed altri alimenti integrali, funghi, legumi, prosciutto, sarde, stoccafisso, sardine, soia, cacao amaro, cioccolato, latte in polvere, prezzemolo, sali dietetici e lievito di birra.

Tra i cibi da evitare o da mangiare in quantità ridotte, perché ricchi di questo minerale, ci sono invece banane, datteri, prugna, uvette, ciliegie, pesche albicocche, olive, arachidi, pomodori secchi, aglio, cerfoglio, coriandolo, aneto, curcuma, paprika, peperoncino, farina di soia, cremor tartaro, tè e caffè. Da limitare sono soprattutto verdure come barbabietole, pomodori maturi, carciofi, cavoli, lattuga, rucola, indivia, legumi secchi, salse come il ketchup o quella di soia, il vino, la birra e il riso integrale.

Un metodo di cottura che può favorire la perdita del potassio è la bollitura, magari tagliando prima anche gli alimenti a pezzi. Se si consuma della frutta con del potassio, è bene che questa vada consumata fresca, dopo averla lasciate alcune ore in acqua, per evitare che il minerale si concentri.

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