Efesto: ecco come viene rappresentato il dio greco nell’arte

Non sono di certo pochi i quadri in cui sono rappresentati vicende di dei ed eroi della mitologia greca e romana, e tra questi ce sono anche dedicati al dio Efesto. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

Il dio Efesto

Efesto è il dio del fuoco e fabbro del monte Olimpo, secondo la mitologia greca, figlio di Zeus ed Era. Quest’ultima, non appena lo vide alla nascita, lo trovò talmente brutto che lo buttò giù dall’Olimpo, che lo fece diventare anche storpio. Le nereidi lo accolsero e decise di usare l’Etna come sua officina. Da adulto venne accettato nuovamente sull’Olimpo e sposò la dea Afrodite, che tuttavia non gli rimase fedele, e lo tradì con suo fratello Ares. Essendo il fabbro dell’Olimpo, tra le sue creazioni si possono citare l’arco e le frecce di Apollo e di Eros e le folgori di Zeus, ma anche opere per degli eroi, come la corazza e l’elmo di Enea o l’armatura e le armi di Achille.

Tra i romani, Efesto era noto con il nome di Vulcano, ed era il dio del fuoco, ma non legato all’arte della metallurgia, bensì ai fenomeni naturali che vedevano al centro proprio il suo elemento, come l’eruzione dei vulcani. Egli rappresentava il potere distruttivo della natura ed in particolare delle forze sotterranee e perciò il suo culto era praticato al di fuori delle mura delle città. Secondo la leggenda, Vulcano ebbe come figlio un gigante che emetteva fuoco, Caco, che uccideva i viandanti per le campagne romane finché non fu eliminato da Ercole, prima dell’arrivo di Enea sulle coste laziali.

Le opere

Sono diversi i quadri che riportano le vicende di Efesto-Vulcano, nei vari secoli, e tra essi si possono citare:

  • Vulcano forgia le folgori di Giove, di Peter Paul Rubens, in cui il dio romano è vestito di vesti dell’epoca;
  • Teti riceve le armi di Achille da Vulcano, altro quadro di Rubens, realizzato tra 1630 ed il 1635, esposto al Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam;
  • Fucina di Vulcano, di Diego Velazquez, dipinto nel 1630, che rappresenta un incontro tra il dio ed Apollo, mentre il dio del fuoco sta forgiano delle armi per Marte. Oggi si trova al Museo del Prado;
  • Venere, Vulcano e Marte, realizzato tra il 1551 e il 1552 da Tintoretto, in cui il dio cerca l’amante della moglie sotto il suo letto, mentre a fianco al letto si trova Cupido. Questo quadro è conservato nell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera;
  • Venere, Vulcano e Cupido, opera di Sebastiano Ricci, che risale tra il 1698 ed il 1702, in cui il dio è in ombra, come a voler simboleggiare il suo legame con la natura del sottosuolo;
  • La forgia di Vulcano, del 1753, realizzato da Francois Boucher, esposto al Museo del Louvre di Parigi, in cui la fucina del dio è situata tra delle nubi, anziché in una grotta;
  • Venere nella fucina di Vulcano, dipinto da van Dyck, tra il 1630 ed il 1632, esposto nei Musei Reali di Torino;
  • Atena disprezza le avance di Efesto, realizzato da Paris Bordone nel 1555 e conservato al Museo di Arte e Archeologia dell’Università del Missouri.

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