Leggi infermieristiche: ecco cosa c’è da sapere e la storia della professione

Come per ogni altro mestiere, ci sono delle normative inerenti anche alla professione infermieristica. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.

Storia della professione

La storia della professione degli infermieri è lunga, e si può far risalire fin dall’antichità. Tale lavoro è legato in particolare alla figura della donna, ed è stata proprio una donna, una nobildonna romana di nome Fabiola ad istituire il primo ospedale, nel 390 d.C. Questo ospedale si chiamava Valetudinaria, parola derivata da “valetudo” ossia “buona salute”, ed è qui che i medici venivano affiancati da servi che svolgevano la funzione di infermieri.

Nel Medioevo, invece, erano religiose e suore ad occuparsi soprattutto dei pazienti, fino a che, verso la metà del Quattrocento, cominciarono ad essere istituiti ospedali. Nel corso dei secoli, la figura delle infermiere si evoluta con gli sviluppi del campo sanitario, ma una vera svolta ci fu nell’Ottocento, grazie a Florence Nightingale (1820-1910), nobildonna inglese alla quale è stata attribuito il titolo di “infermiera”, e che durante la guerra di Crimea, nel 1853, assieme ad altre trentanove colleghe selezionata da lei stessa, gestì l’ospedale militare inglese Scutari, nonostante la diffidenza dei pazienti. Nel loro metodo organizzativo lei e le altre infermiere garantirono prima di tutto l’igiene nell’ambiente terapeutico e l’interpretazione della malattia. Una volta tornata in patria, Florence si occupò della formazione di altre infermiere.

In Italia, la prima infermiera a criticare l’efficienza degli ospedali, invece, fu Anna Celli (1878-1958), infermiera tedesca sposata ad un igienista italiano, con il quale lottò contro la malaria e l’analfabetismo nelle paludi pontine e nell’Agro Romano.

Le normative italiane

Se la storia dell’infermieristica è lunga, lo è anche quella della sua legislazione. Nella legge italiana, tuttavia, ci sono delle leggi da dover citare, e la prima tra queste è sicuramente la Legge Gelli numero 24 del 2017, incentrata sulle disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita e alla responsabilità di chi esercita la professione sanitaria, e quindi anche anche delle infermiere. In questa legge, suddivisa per diciotto articoli, si stabilisce la gravità delle colpe del personale medico ed infermieristico.

A definire proprio le professioni sanitarie, invece, è la Legge 42 del 1999, suddiviso per quattro articoli. Tale legge stabilisce le modifiche al Regio Decreto 1310 del 1949, che trattava delle mansioni degli infermieri professionali e generici. Nello specifico, il profilo lavorativo dell’infermiere è il Decreto Ministeriale 739/94, nel quale si stabilisce che “l’infermiere è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica“. Nell’articolo 1 di questo decreto si stabilisce, poi, che l’infermiere ha un ruolo anche all’educazione della salute.

E’ nel codice penale, poi, che si stabiliscono i reati che possono ricadere sulla figura professionale dell’infermiere, e questi reati si possono distinguere in reato di evento, che comprende lesioni personali e l’omicidio colposi, l’interruzione del servizio per necessità e violenza privata, ed il reato di condotta, che comprendono le omissioni, l’esercizio abusivo della professione, la falsità materiale ed ideologica degli atti pubblici, la rivelazioni dei segreti d’ufficio, etc.

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