Scrisse A ciascuno il suo: ecco cosa sapere su Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia è uno dei più famosi scrittori italiani, autore di diverse opere, tra cui A ciascuno il suo. Ma cosa si sa della biografia di questo scrittore siciliano? Di cosa parla questo suo romanzo?

La sua biografia

Sciascia nacque a Racalmuto (Agrigento) nel 1921, dove trascorse l’infanzia, fino a che nel 1935 la famiglia si trasferì a Caltanisetta, dove frequento l’istituto Magistrale, ottenendo il diploma di maestro elementare. Nel 1944 si sposò con Maria Andronico, dalla quale ha avuto due figlie, e dal 1950 comincia a pubblicare le sue prime opere e saggi, continuando sempre ad insegnare, trasferendosi prima a Roma e poi di nuovo a Caltanissetta.

Oltre a scrivere, Sciascia si impegnò da subito a impegnarsi in politica, sempre tramite le sue opere, e si può prendere ad esempio L’affaire Moro, pubblicato nel 1978, in cui esprime il suo pensiero sul fenomeno del terrorismo. Tra le altre sue opere, si possono citare, tra le più importanti, Gli zii di Sicilia (1958) e Il giorno della civetta (1961). In questi suoi lavori, si può notare il suo realismo critico, mettendovi il suo impegno civile e politico. E’ evidente che in alcune delle sue opere, si nota la presenza della mafia e di come viene occultata.

Nel 1967 si trasferì definitivamente a Palermo, dove vi resto fino alla morte (avvenuta nel 1989). Tre anni più tardi lasciò da parte il suo impiego per concentrarsi sulle opere critiche e la cultura. Nel 1975 il Pci lo elegge come indipendente nelle sue liste alle elezioni comunali, ma Sciascia si dimette dopo un paio d’anni, insoddisfatto dall’efficacia dei suoi interventi e delle scelte del partito.

A ciascuno il suo

A ciascuno il suo è un romanzo giallo, pubblicato nel 1966, ambientato in un piccolo paese della Sicilia (non precisato), nel 1964. In questo piccolo borgo, un farmacista riceve una lettera anonima, in cui viene minacciato di morte. All’inizio pensa che sia uno scherzo, ma poi viene ucciso durante una battuta di caccia, in presenza di un amico, il dottor Roscio.

Gli inquirenti dapprima pensano ad un delitto passionale, ma il professor Laurana, protagonista del romanzo, non ne è convinto e comincia ad indare per conto suo, analizzando prima di tutto la lettera di minacce. Nell’esaminarla, nota che le lettere con la quale è stata scritta, sono ritagliate da L’Osservatore Romano, e solo due persone in paese leggono questo giornale: il parroco della chiesa di Sant’Anna e l’Arciprete. Facendo domande ad entrambi domande, capisce che il vero obbiettivo dell’assassino non era Manno il farmacista, ma il dottor Roscio. Dietro c’era davvero un delitto passionale, ma coinvolgeva il dottore e non il farmacista. Laurana viene anche sedotto dalla moglie del dottore, Luisa, che in accordo con l’amante, che ha assunto un sicario per uccidere il dottore, decide di volersi liberare anche dal professore. Anche quest’ultimo viene ucciso, così come il dottore, e i due assassini si sposano.

Sembra che per questo romanzo Sciascia si sia ispirato all’omicidio di Cataldo Tandoy, commissario di pubblica sicurezza ad Agrigento, assassinato nel 1960, e l’anno dopo la pubblicazione del libro ne è stato tratto un film omonimo, diretto da Elio Petri.

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